domenica 24 maggio 2009

Ai piedi di Chiara 01

All'epoca dei miei 18 anni abitavo con la mia famiglia in una palazzina, nell'appartamento di fronte a quello di mia cugina di 17. Uscivamo spesso insieme, anche se frequentavamo due compagnie diverse, ma tra i vari fidanzatini/e di una o dell'altro, capitava spesso che per lunghi periodi ci vedessimo tutte le sere. Quello era uno di questi periodi: mi aveva presentato ad una sua nuova amica, una nuova della compagnia. 18 anni, carina, 3a di seno, un viso angelico, capelli neri corvini, occhi verdi, un culo perfetto e due gambe mozzafiato. La sera stesso che ci siamo conosciuti le ho chiesto il numero, decisamente imbambolato da cotanta bellezza in un colpo solo. Lei stette al gioco senza troppe menate e si fece corteggiare, mentre io cercavo di carpire più informazioni possibili sul suo conto da mia cugina. Partì il consueto periodo di messaggini, battutine, complimenti, fino a che, una settimana dopo riuscii a strapparle un'uscita assieme. Era estate, niente di esagerato, ma solo per conoscerci e per stare un po' insieme, andiamo a prenderci una granita al barettino in centro. Seduti al tavolino, in mezzo alla folla, parlavamo e scherzavamo come se fossimo amici da sempre, ed io continuavo a cercare di fare il brillante: non potevo perdere un'occasione del genere, una tipa così non l'avrei trovata in nessun'altra vita. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso e lei se ne compiaceva. Cominciò a giocare con le gambe, accavallandole, costringendomi a scostare lo sguardo quando, dopo che gliele osservavo di sottecchi, incrociavo il suo. Indossava dei sandali con un tacco di circa 8 cm, completamenti aperti, di un colore rosso acceso e particolarmente lucido...stavo totalmente impazzendo.

"Ma hai finito di squadrarmi? Sembra che tu mi stia mangiando con gli occhi?!"
"Ehm..scusami, eheh, è che non mi capita spesso di uscire con una ragazza bella come te"
"Beh, che significa? Che non ti senti alla mia altezza?" mi chiese con fare malizioso.
"No, beh, che c'entra?" risposi io, colpito nell'orgoglio "E' che, ecco, sei proprio molto bella"
Ridacchiò divertita, ma non raccolse il complimento. "Ma mi spieghi perché non mi guardi negli occhi, ma mi continui a fissare i piedi? Ti hanno fatto qualcosa di particolare, forse?"
"Ehm...no, perché? Non ti sto fissando i piedi" risposi. La mia vena feticista, al momento di essere esternata, si è sempre nascosta dietro qualche dito.

La serata si concluse senza troppi altri giri di parole, era ormai tardi e la riaccompagnai a casa, dopo aver pagato il conto, per fare un po' lo splendido, e una volta solo, classico sms.

Per i giorni che seguirono non ci incontrammo, né ci sentimmo al telefono, ma io non aspettavo altro che una seconda occasione per rimanere solo con lei e tornare ad ammirare quei due splendidi piedini incantati. L'occasione non tardò a verificarsi, ma in maniera inaspettata.
Mia cugina, quel sabato sera mi disse che aveva indetto una festa a casa sua e che ci sarebbero state parecchie sorprese e che avrebbe invitato anche la sua amica, che per la cronaca, si chiama Francesca, mentre mia cugina Chiara. Fui il primo ad arrivare, verso le 22, ma non notai i classici divani spostati per far spazio ad un'improvvisata sala da ballo, il tavolo straripante di pop -corn e patatine. Trovai la sala perfettamente normale, un tavolo apparecchiato per due e un'atmosfera intrigante, la stanza illuminata soffusamente da qualche lampada regolabile. Pensavo che mia cugina avesse organizzato una cosa a due per me e Francesca, ma ero ben lontano dalla soluzione.
Di scatto entrò mia cugina, da dietro, veniva dalla sua stanza. Mia cugina è una bella ragazza, fisico asciutto e sensuale, è stata la prima ragazza che da bambino baciai, quando ancora non sapevo che le cugine non si dovevano toccare, eheh. Entrò, era vestita con una minigonna nera e una camicettina scollata e portava due stivali neri di pelle che le arrivavano sotto al ginocchio. Non feci nemmeno a tempo a salutarla che suonò il campanello, era Francesca. Anche lei in abito mozzafiato entrò in casa e senza neanche degnarmi di uno sguardo si avvicinò a Chiara e presero a baciarsi appassionatamente. Io ero tra il divertito e l'eccitato e mi feci vicino per salutarla. Arrivai a un passo e si girarono entrambe. Chiara mi sferrò uno schiaffo in pieno viso, mentre mia cugina si mise a ridere
"Chi ti ha detto di avvicinarti? Mettiti in ginocchio e baciaci i piedi, schiavo" mi disse con un ghigno malefico.
"Ahah, simpatica la mia cuginetta, cos'è uno scherzo?"
"Ti sembra uno scherzo?" replicò Chiara "Stasera sarai il nostro schiavetto leccapiedi, perché a te piace, tra l'altro, no? Muoviti, in ginocchio"
Feci come mi disse, non realizzando molto bene la situazione. Mi inginocchiai e diedi qualche bacio ai piedi delle due ragazze che mi stavano davanti.
"Forza, fai vedere cosa sai fare, tira fuori bene la lingua" mi incoraggiò Chiara.
Iniziai a leccare quei quattro splendidi piedini, mentre le due ripresero a baciarsi avidamente, poi si spostarono sul divano e dopo pochi minuti mi dissero:
"Forza, ragazzi, andiamo a cena. Ops, che sbadata, ma qui è apparecchiato solo per due" disse mia cugina, sghignazzando "Schiavo, mi sa che ti toccherà mangiare per terra, non ti dispiace, vero?"
Le due aguzzine si servirono due pizze nei loro piatti mentre io ero costretto in ginocchio sotto il tavolo, ad ammirare le loro estremità. "Tieni schiavo, apri la bocca" e mi sputò dentro un pezzo di pizza masticata" Ingerii senza questionare, ormai avevo già inteso bene il mio ruolo. Da lì, per una ventina di minuti abbondanti alternai qualche leccata ai loro piedi e qualche boccone di pizza...ma la serata era appena cominciata...ma avevo capito che quella serata mi avrebbe cambiato per sempre la vita, soprattutto con mia cugina Chiara.

To be continued...

giovedì 21 maggio 2009

Inaugurazione blog

Un saluto a tutti quelli che "per sbaglio" entreranno su questo blog alle battute iniziali. Questo è un blog che vuole permettere la diffusione di un'idea del feticismo oltre il solito preconcetto, oltre i soliti pregiudizi che lo coinvolgono, attraverso riflessioni, racconti e articoli. Il feticismo, e soprattutto la variante "del piede", che mi riguarda, non è che un'intensa ULTERIORE forma di piacere fisico e soprattutto psicologico che investe un individuo al momento della sua realizzazione. Dietro all'idea del feticismo del piede c'è tutta una teoria di dominazione, la cosiddetta "femdom", di possessione, associata, il più delle volte erroneamente, al sado-masochismo. Certo, alcuni caratteri sono simili se non sovrapponibili, e quasi in ogni fattispecie ognuna di queste due forme prevede il perseguimento anche di una parte dell'altra.
Io sono un feticista, il che significa che amo adorare le estremità della donna o della ragazza che mi sta di fronte e alla quale io sto "ai piedi". E' evidente che questo gesto è dimostrazione della mia inferiorità nei suoi confronti e che lei si può sentire una Dea, Padrona del suo fedele e umile "schiavo". Sono giovane, ho 22 anni, ma come ogni feticista, lo sono da quando sono nato e non c'è niente che possa reprimere questa condizione. E' il nostro istinto e non lo possiamo cancellare con un semplice lavaggio del cervello, dobbiamo assecondarlo. Non sono un pazzo infoiato che non aspetta altro che avere due piedi in bocca disposto a qualunque cosa per questo, sono un ragazzo normale, dalla sessualità assolutamente normale, con questa predisposizione in più. La rete è piena di presunti schiavi e spavalde "padrone" che si spacciano tali, chiedendo cifre folli (50-100€/h) per farsi massaggiare, baciare e leccare i piedi, e un po' meno da quelle timide ragazze che in effetti questa passione ce l'hanno come me. Beh, a queste ragazze o donne, sappiate che da qualche parte, a Milano e nel web (qui) c'è qualcuno che è la vostra controparte, non esitate a scrivermi, anche solo per un saluto, uno scambio di opinioni, di esperienze e perché no, magari si riesce a trovare d'accordo e ci si incontra.