mercoledì 8 luglio 2009

Ai piedi di Chiara 03

Per i tre mesi successivi a quel giorno non successe niente di così importante con mia cugina. La evitavo senza troppi problemi, non le rivolgevo la parola, quando la incrociavo la salutavo di sfuggita e scappavo, anche se non dovevo andare da nessuna parte. Quella che inizialmente era paura si tramutò, però, in vergogna e in un'umiliazione quotidiana con me stesso per quanto accaduto. Francesca avevo chiaramente smesso di frequentarla, senza nemmeno spendere una parola, insomma, scappai e mi nascosi da quella situazione estremamente imbarazzante in cui mi ero trovato quella sera. Ma sapevo che non sarei potuto scappare tutta la vita: i sorrisini di mia cugina quando mi vedeva tremare quando solo incrociavo gli occhi con i suoi volevano solo dire che la sapeva lunga e che stava soltanto aspettando una seconda occasione, senza fretta.

E quella puntualmente avvenne...

Io non ero un secchione a scuola. Non mi era mai interessata tanto. Nessuna materia e a dire il vero non avevo neanche idea di quello che mi sarebbe piaciuto fare da grande, ma di certo non avrei fatto il matematico: quante bigiate per non andare alle interrogazioni quasi certe...solo che quel giorno, nessuno se la sentiva di saltare la scuola con me, quindi decisi di risparmiarmi il giro in città e di fingermi malato a casa.

"Mamma, non ce la faccio proprio ad andare a scuola oggi, sto male"
"Eh, va che bel febbrone che hai. Nono, stai a casa, mi spiace solo di doverti lasciare solo tutto il giorno, ma ti lascio il mio cellulare, così se hai bisogno mi puoi chiamare in ufficio, ok?"
"Va bene, grazie, mamma! Ciao"
La sentii uscire e attesi il motore della sua auto allontanarsi. Ma questo tardò ad arrivare, anzi, si risentì aprire la porta di casa e venire verso camera mia.
"Tesoro, ho incrociato Chiara sull'uscio. E' proprio gentile tua cugina, ha detto che non c'è problema e che ti cura lei per oggi, così non devi stare da solo. Adesso vado, ciao"
Quelle parole furono tremende, me l'ero tirata addosso da solo e come se non bastasse le avevo anche consegnato il ricatto perfetto. Non mi rimaneva che continuare a fingere di star male sul serio, anche se come tattica sapevo che era destinata a fallire molto presto. Passò pochissimo che sentii l'uscio sbattere e ne approfittai per tirare due colpi di tosse improvvisati.
"Cuginetto! Finalmente, quanto tempo. Peccato trovarti in queste condizioni, stai tanto male?"
"Ciao Chiara" risposi fingendo una faccia da moribondo "Eh, sì, sto malissimo"
"Immagino, con il compito di matematica proprio stamattina starei malissimo pure io"
Aveva capito subito e non c'era già più niente da fare, ma non avevo scordato quello che mi aveva costretto a fare insieme alla sua amichetta Francesca, provavo ancora una vergogna illimitata, anche se l'eccitazione che mi aveva procurato era stata estrema.
"Colpito, eh?" mi disse ridendo. "Per forza. Beh, sei veramente un ridicolo verme cagasotto"
La mia sudorazione era cominciata, nonostante in stanza ci fosse anche abbastanza freddo.
"Tu non vuoi che la tua mammina sappia che stavi malissimo malissimo solo perché c'era il compito di matematica oggi, vero?"
Perfida, pensai. "Senti, non me ne frega niente di quello che dici a mia madre, va bene. Al limite mi punirà perché ho bigiato, beh, chissenefrega, cugina"
"Ahah, hai ragione, allora posso dirle anche che tu tre mesi fa mi hai implorato di farmi da cesso e hai cenato con la mia merda e con quella della tua fidanzata, giusto?"
"Ahah, certo, come no. Prima cosa, sai benissimo che neanche tu potresti dire una cosa del genere a mia madre, seconda cosa, sarebbe sempre la mia parola contro la tua e la tua è tanto assurda che si cancella da sola" risposi, mi sentivo in una gabbia di ferro, il mio ragionamento stava in piedi.
"Hmm, forse hai ragione, sì, ma che dici? Se scagliassi contro il muro questo non si incazzerebbe un po' con te?" Aveva in mano il telefono di mia madre. Era il telefono del lavoro, valeva più di 1.000€ e aveva tutti i contatti principali, quelli racimolati in anni di sacrifici e di viaggi intercontinentali, sapevo che era un oggetto troppo prezioso. Impallidii.
"Ah, non stai più così male, adesso, allora, eh?!" sorrise ancora "Benebene. Allora, diciamo che questo lo tengo io fino a contrordine e inizio subito dicendoti che, mi sembra ovvio, tu oggi, per tutto il giorno, sei il mio schiavo, ti sta bene?"
Abbassai la testa. Un'altra volta, pensai. "Sì, Padrona". Scesi dal letto ed assunsi la mia posizione in ginocchio di fronte a lei.
"Bene, sai come salutare la tua Padrona, verme"
Mi chinai e cominciai a baciare e a leccare quei suoi perfidi piedini, pregando che non mi succedesse niente di simile a quello che era successo la volta prima, ma come quella volta, le mie previsioni erano del tutto infondate.
"Come secondo avviso, caro schiavo, ti dico che, dato che questa tua febbre, per essere credibile, deve protrarsi per qualche giorno, tu sarai il mio schiavo per tutti i giorni che starai a casa e deciderò io quando tornerai a scuola. Siamo fortunati che è lunedì oggi, abbiamo l'intera settimana davanti e fino alla fine io conserverò il cellulare di tua mamma. Se apri bocca lo disintegrerò, se esiterai su qualche mio ordine farò lo stesso. In più, oggi non sono riuscita ad organizzarmi, ma penso che da domani avrai l'onore di poter servire anche qualche mia amica e perché no, anche qualche tua vecchia conoscenza e se farai il bravo anche qualche mio amico" Mi tappò la bocca con la mano poiché aveva visto che stavo per replicare "Nonono, zitto, non mi interessa, adesso conosci tutte le regole, decido io, tutto chiaro?"
"Sì, Chiara"
Una sberla mi centrò in pieno volto. "Come ti rivolgi a me, schifoso? Mi devi chiamare Padrona Chiara, anzi, per te sarò Dea Venere, che ne dici? Mi sta bene, no?"
"Ma certo, come desidera, Dea Venere"
"Bravo schiavetto, ora mettiti a carponi e portami di là, in casa mia, stamattina dovrai fare tutti i miei compiti, io non ho tempo"
Mi misi a quattro zampe e la caricai sul dorso, camminando faticosamente fino in camera sua, passando per il pianerottolo, sperando di non essere visto dai vicini.
"Bravo, cane, ora vai fino alla mia scrivania. Prendi questi libri e questo quaderno, e adesso andiamo lì, davanti allo specchio"
Lei cambiò posizione e si mise in stile amazzone su un lato, seduta sulla mia schiena, rivolta verso lo specchio: "Forza, schiavo, ti ho detto che mi devi fare i compiti. Io devo truccarmi, quindi vedi di non muoverti troppo, che se no sbaglio"
La posizione era impossibile, stavo in equilibrio su una mano e con l'altra scrivevo, ma ogni tanto dovevo fare qualche pausa per riposarmi il braccio che sosteneva il peso della mia Padrona. Rimasi lì una mezzora, e alla fine veramente esausto, Chiara si alzò finalmente dalla mia schiena.
"Io ho finito, tu a che punto sei? Ma sei ancora lì? Ma sei proprio un coglione. Non vali proprio niente, schiavo imbecille. Beh, finirai dopo, adesso ho bisogno di te"
"Ti prego, Chia.."
"ZITTO" gridò "Non me ne frega un cazzo di quello che pensi. Tu sei solo il mio schiavo, te lo devo ripetere ancora? Spero di no. Adesso vieni qui, sdraiati a pancia in su e mettiti questo imbuto in bocca, devo pisciare"
Iniziai a piagnucolare, ma feci come mi aveva ordinato. Poco dopo lei si tirò giù i jeans, si sfilò le mutandine e si accovacciò. Nello stesso istante un fiotto di urina calda e forte si riversò nell'imbuto e quindi nella mia bocca. Cominciai a deglutire. Non era molta e man mano che scendeva inghiottii tutta la piscia della mia padrona.
"Bravo, schiavo, non pensavo. Adesso io mi metto sul divano a guardarmi la tele e tu, per cortesia mi fai il bidet, ok?"
Accese il televisore e io mi inginocchiai davanti a lei e iniziai a leccare avidamente la figa di mia cugina. Crebbe un'erezione improvvisa e forte. Chiara stava ansimando dal piacere che le producevo
"Sì, sì, aaah, sì, schiavo, sto per venire. Devi bere tutto, mi raccomando, devo rimanere asciutta, aaaah, sì, vengooo" i suoi umori si riversarono nella mia bocca tutta impastata di un'odore di cesso, beh, ma alla fine era quello che ero.
"Bravo, schiavo, davvero, ti stai comportando bene. Adesso però, lasciami in pace per qualche ora. Occupati dei mestieri, fai i letti, scopa, aspira per terra, lava i pavimenti, le finestre. Poi preparami da mangiare, solo per me, e non azzardarti a mangiare qualcosa di nascosto. Tu in questa casa, finché sarai solo con me, ossia per questi cinque giorni, dato che i miei sono fuori città per tutta la settimana e i tuoi lavorano fino alle 22, mangerai solamente dal mio sederino e solamente quando lui vorrà concedere di nutrirti, quindi penso che fino a stasera tu non possa mangiare niente, ma forse potrai bere ancora qualcosa. Tutto chiaro? Rispondi!"
"Sì, mia Dea Venere, tutto chiaro"
"Così mi piaci. Umiliati un po', prima di andare...voglio che ti masturbi davanti a me"
"Come desidera, Dea Venere, sono solo un verme che non può ambire che ad essere il cesso di una splendida Dea come Lei, e sono onorato di potermi nutrire degli escrementi divini del Suo corpo" Poi mi spogliai, presi in mano il mio cazzettino e iniziai a masturbarmi. Ero già talmente eccitato e costretto nei pantaloni che bastò davvero poco per venire, e bagnai il pavimento.
"Sei proprio un buono a nulla, quello lo pulirai con la lingua, sei venuto in meno di un minuto, puah" Mi chinai e sotto le risate di mia cugina, ripulii tutto il mio seme per terra e lo ingerii. Ero umiliato, ma iniziavo a compiacermi della situazione...

4 commenti:

  1. Innanzitutto devo farti i complimenti, sei partito proprio bene. Come prima cosa questo blog ha un layout bellissimo e perfetto direi!! :))))
    In secondo luogo i tuoi racconti mi piacciono perché quella trama di umiliazione del maschio che li accompagna mi stimola l'eccitazione.
    Bravo!
    Una sola domanda, i tuoi scritti rispecchiano situazioni reali, oppure solo in parte, o per niente??
    Ciao...

    Marco

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  2. Ti ringrazio Marco. Beh, il layout mi piaceva, era di default e ce ne sono vari così.
    Eheh, i miei scritti..non rispecchiano chiaramente situazioni reali, perché nella realtà non avvengono mai le cose come le si sognano, però ne sono ispirati..anche se, a livelli decisamente più bassi, già nel mio profilo lo dico :). Comunque grazie, presto spero di poter fare il seguito. Ciao!

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  3. E poi, la cugina c'entra, non è una fantasia incestuosa mia, eheh, quella è la base e mi intriga ancora veramente molto.

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  4. Complimenti per gli splendidi racconti!

    Anch'io amo scrivere racconti a tema Femdom e sono stato (realmente) schiavo personale di mia cugina Monica per alcuni anni.

    A questo proposito ti lascio l'indirizzo del mio blog nel caso voglia dare un'occhiata:

    www.femdom-dea.blogspot.com

    Ciao!!!

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